TEATRO: LO SPETTACOLO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS CONTINUA SENZA PAURE

IL TEATRO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS – UNA RIFLESSIONE DI TEATRO BLU

Quello che mai avremmo creduto possibile è successo. L’Italia si ferma, col fiato sospeso in
un’atmosfera rarefatta e irreale, iperconnessa eppure scaraventata in uno spazio intimo e
profondo, quello fisico di una casa, di una stanza, e quello mentale affollato da sensazioni e stati
d’animo nuovi e sconosciuti.

La paura, certo, le preoccupazioni immediate, per la propria salute e per quella dei propri cari, le
piccole azioni meccaniche di ogni giorno che diventano all’improvviso complicate. Fare la spesa,
andare al lavoro, occuparci delle persone che amiamo, tutto richiede organizzazione, calcolo,
migliaia di piccole accortezze sconosciute.

E poi l’incertezza per il futuro, che pesa come un macigno e mette in stand-by la vita che
comunque, deve continuare.

Lo spettacolo, deve continuare. La cultura non si ferma, anche se i teatri sono stati i primi a chiudere, a svuotarsi, a subire pesantissime ripercussioni.

Marzo per Teatro Blu è solitamente un mese di grande fermento. Il Festival Terra e Laghi è in
piena fase organizzativa, la tournée europea in definizione, le repliche tante e in tutta Italia, tanti gli
spettacoli e i laboratori per le scuole del territorio. Quest’anno, soprattutto, è in allestimento una
grande produzione in collaborazione con la giovane compagnia Kataklò Athletic Dance Theatre,
“Fellini”, dedicata al centenario della nascita del grande regista. Una grande prova artistica e
organizzativa. Prove aperte, anteprime, tutto programmato da mesi. E invece no. Spettacoli e
prove cancellati, spettacoli e prove rimandati. Pesanti perdite emotive ed economiche.

“20 spettacoli saltati, in fumo tanto lavoro di organizzazione, in fumo centinaia di mail e di
telefonate ogni giorno, investimenti, decisioni in bianco e nero, incontri, scontri e
promesse. Poi tutto cambia. Si volta pagina e oggi, dopo un momento di stordimento, mi
ritrovo in uno strano silenzio, in un tempo lungo che non conosco, in uno spazio vuoto che
sa di nebbia, senza mail, senza squilli, senza ansie... guardo questa nuova pagina e mi
fermo a guardare il bianco – dice Silvia Priori, presidente e direttore artistico di Teatro Blu (IN FOTO)- Mi fermo! Guardo il bianco! E non mi lamento, non mi arrabbio, non mi sento in colpa. Scopro l’ozio razionato come un privilegio! E nell’ ozio contemplo la natura. In questo tempo lungo
scendo in giardino e guardo gli alberi che sembrano star meglio... forse la natura ha trovato
un modo per curarsi... rallentando un po’ la nostra corsa, riducendo gli eccessi, l’odore
nelle strade, le code ai caselli, gli stropicciamenti in metropolitana, la competizione...
chissà chi arriverà primo! Mi è anche venuta voglia di riprende la mia bicicletta, in questo
paesaggio inedito da apocalisse fatto di pochi passanti con la mascherina e di incontri
senza abbracci riscopro il tempo! Il Tempo!”

Un invito a cogliere il lato positivo di un periodo difficile dunque, senza mai perdere di vista la
certezza che, appunto, si tratta solo di un piccolo pezzo delle nostre vite e che il futuro – e il
presente – sono nelle nostre mani. Un invito a riappropriarci di noi stessi e del nostro bene più
prezioso, il Tempo.

“In un momento come questo – continua Silvia Priori - noi che dedichiamo la nostra vita al
teatro siamo più che mai necessari... noi attori, registi, drammaturghi, cantanti, musicisti,
danzatori, coreografi, organizzatori, tecnici... che come funamboli resistiamo ad altezze
vertiginose aggrappati a un destino effimero... noi che fra scossoni e cadute ci rialziamo e
resistiamo affrontando paure e fragilità per essere ancora di più comunità, noi che siamo
fatti di uno strano fango caparbio incapace di retrocedere, accettiamo le sconfitte mentre ci
prepariamo alla rivincita.
Difendiamo il teatro, questo nostro universo delicato, evanescente ma così necessario. E
allora mentre Roma decreta lo stato di crisi e chiude tutti i teatri io scendo nella mia
cantina, chiudo la porta e nel silenzio continuo a sognare ad occhi aperti...penso alla nostra
prossima creazione, alla grande festa che ci sarà, alla gente, ai sorrisi, alla voglia di tornare
a riabbracciarsi...e questo mio pensiero è contagio positivo, un contagio che solo il Teatro
sa fare. Oggi domani e dopodomani anche con i teatri chiusi continuiamo a costruire
comunità, dedicando sorrisi contagiosi, perché più siamo comunità e più voliamo alto”.

Teatro Blu rallenta, come tutti, com’è giusto che sia, ma non si ferma e oggi continua a lavorare
con gioia per domani, quando ritrovarsi sarà bello e liberatorio come non lo è mai stato.

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